GENITORI IPER-CONNESSI: lo smartphone al posto dei figli può danneggiare sonno, autostima e comportamento

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By Redazione

Lo smartphone che distrae i genitori può compromettere sonno, relazione e sviluppo psicologico dei figli: scopri i rischi e come intervenire.

Quante volte capita di vedere coppie al bar più attente al proprio smartphone che all’altro, famiglie al ristorante distratte da ciascun device, genitori a passeggio con i figli con l’occhio fisso sullo schermo – ebbene, se nelle prime situazioni prevale la tristezza, nel caso dei bambini c’è anche un rischio reale da non trascurare: lo smartphone può diventare più importante della loro presenza, con conseguenze profonde.

Cos’è il phubbing genitoriale

Il phubbing, termine nato dalla fusione di phone e snubbing, descrive la tendenza a ignorare chi è accanto per dedicarsi allo smartphone. Nella realtà familiare, il phubbing genitoriale produce un vero e proprio distacco affettivo e relazionale, in cui il dispositivo prende il sopravvento sulla relazione con i figli.

E le conseguenze sono devastanti: andiamo di seguito a vedere tutte le conseguenze di quello che sembra un gesto innocuo ma così innocuo (nei suoi risvolti) in realtà poi non è.

Ritiro sociale nei più piccoli. Una ricerca del 2025 indica che il phubbing genitoriale non incide direttamente sul ritiro sociale dei bambini, ma lo fa indirettamente promuovendo conflitti familiari e suscitando emozioni negative nei bambini, che finiscono per isolarsi.

Disturbi del sonno negli adolescenti. Uno studio ha evidenziato che i ragazzi più esposti al phubbing presentano problemi di qualità del sonno. Le emozioni negative indotte in loro contribuiscono a questa situazione, soprattutto nei casi di scarso autocontrollo

Autostima e bisogni psicologici. Un’indagine longitudinale del 2024 rileva che il phubbing genitoriale diminuisce il senso di valore personale negli adolescenti, erodendo la soddisfazione dei loro bisogni psicologici fondamentali.

Meno comportamento prosociale nei bambini piccoli. Un ulteriore studio cinese ha osservato una correlazione negativa tra phubbing e sviluppo di comportamenti prosociali (quelli volti ad aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio) nei bambini in età prescolare; questa relazione è mediata dalla qualità dei rapporti genitore-figlio e attenuata da uno stile educativo autorevole

In assoluto, iphubbing genitoriale lascia segni profondi. I bambini possono interiorizzare un messaggio doloroso: “Non sei la priorità”, con ricadute sull’autostima e sul senso di sicurezza.

Ed è facile in tal senso che si inneschi un circolo vizioso: più lo smartphone “vince”, più i figli si rifugiano a loro volta nello schermo, indebolendo la relazione familiare e privandola di momenti di ascolto e condivisione.

Strategie per spezzare il circolo vizioso innescato dal phubbing

Ecco le raccomandazioni più efficaci per spezzare il circolo vizioso innescato dal phubbing (in realtà basterebbe spegnere del tutto questi maledetti device, ivi compreso questo da cui ci stai leggendo):

Istituire zone “digital free” in famiglia (magari vietando gli schermi durante i pasti, o stabilendo alcune serate senza schermi).

Avere regole condivise sull’uso dello smartphone, anche spiegando ai figli quando è legittimo e quando no.

Ricordare frattanto che ciò che i genitori fanno, i figli tendono a imitarlo ed avere uno stile educativo autorevole (limiti chiari ma relazioni calde) aiuta a mitigare gli effetti del phubbing.

Infine può essere utile promuovere un contesto culturale meno permissivo verso l’uso indiscriminato del telefono, valorizzando invece il tempo trascorso insieme, senza tecnologie.

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