Dentro la stanza segreta di Excel 95: scopriamo la ‘Hall of Tortured Souls’ (easter egg davvero inquietante)

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By Redazione

Un viaggio fra codice, ingegneria e curiosità: l’easter egg nascosto in Excel 95 e la storia della «Hall of Tortured Souls».

L’articolo è ispirato dal seguente video:

Quando uscì la suite Microsoft Office 95 — era il 1995, Windows 95 era il nuovo orizzonte — gli utenti non immaginavano che all’interno del solido lavoro di produttività si nascondesse un piccolo mistero ludico: l’easter egg chiamato Hall of Tortured Souls (la sala delle anime torturate, letteralmente). Una “stanza” digitale, segreta, che apriva la porta a un mondo quasi da videogioco, camuffato nell’interfaccia di Microsoft Excel 95.

Il contesto tecnico e storico dell’easter egg Hall of Tortured Souls

Office 95 portava per la prima volta tutti i componenti in versione 32-bit, un salto notevole in stabilità e potenza per l’epoca. Era il momento in cui ogni megabyte contava: oggi lo dimentichiamo, ma allora dovevi pensare anche a come gestire la memoria residua, tutto ciò che era “out of memory” rappresentava un problema reale.
Ecco perché il fatto che qualcuno, fra gli oltre 50 ingegneri del team Excel, abbia trovato die­tro tempo e righe di codice per creare qualcosa come un gioco segreto è, francamente, da applauso.

Come si accedeva all’easter egg

Ma come si accedeva a questa sala delle anime torturate (povere anime)?

Bisognava andare alla riga #95 (in Office 95 difficile scegliere un numero diverso) e selezionarla per intero → premere quindi TAB per selezionare la seconda casella → andare su Aiuto → Informazioni su Microsoft Excel → tenere premuto Ctrl + Alt + Shift → premere su “Supporto Tecnico”.

Se l’operazione va a buon fine (potete vedere tutta l’operazione nel video postato in apertura), ci si ritrova davanti un ambiente 3D primitivo, labirintico, con camere, corridoi e un lungo percorso a zig-zag che conduce fino a un muro su cui compaiono i nomi di tutti gli sviluppatori di Excel 95. È il primo livello della scoperta: una sorta di passerella sospesa, quasi teatrale nel suo minimalismo.

A quel punto bisogna voltarsi, digitare “excelkfa”, e la parete che si ha di fronte semplicemente scompare. Dietro, nascosta come una cartella che nessuno aprirà mai, c’è una stanza ulteriore con la foto del team: un tributo segreto, un piccolo altarino digitale che gli sviluppatori avevano lasciato per sé stessi.

E se questo easter egg oggi può sembrare buffo o al massimo naïf — all’epoca però era pura magia.

Perché “Hall of Tortured Souls”?

In un commento di uno degli sviluppatori originali al video dell’easter egg viene spiegata bene l’idea. L’easter egg nasce per due motivi: primo, una voglia di “giocare” quando si lavorava fino a tardi; secondo, un riferimento quasi ironico al nome del corridoio, che rimanda al mondo del videogame Doom (uscito poco prima e assai popolare) e alle lunghe ore – a volte all-nighters – dell’ingegneria software. Il nome prende in giro la fatica:  anime torturate, appunto, perché quelli erano i tempi del debug selvaggio e della memoria al limite.

Il codice doveva essere minimo — non doveva occupare dischi aggiuntivi, non doveva rallentare la suite e soprattutto doveva restare nascosto: un giochetto interno. Come spiegava il team: “Easter Eggs were meant to be a bit of fun … well hidden so people didn’t accidentally stumble into them without knowing what they were looking for”.

Che cosa vedrai nella sala delle anime torturate

Camminando nella Hall, ci si trova in una sorta di corridoio 3D molto essenziale: texture semplici, luci spartane, qualche effetto “nebbia” o ombra  a dare suspence. Non si trattava di un vero motore Doom-style, come qualcuno pensa, perché i limiti di spazio e risorse erano ancora netti. Ma l’impressione era quella: “Sono in un gioco, ma sono in Excel”.

In più, l’autore racconta che era abbastanza facile uscire dai confini: i limiti di test erano molto minimi, dopotutto non era una funzione ufficiale. Quindi “Le mura qui non sono poi così solide. Puoi camminarci attraverso da angolazioni in cui non sono molto profonde”.

Potrebbe sembrare una curiosità per nerd o un aneddoto buffo da ufficio, e in parte lo è. Ma va oltre: riflette un’epoca in cui il software veniva compilato su floppy disk, in cui i team si costruivano esperienza scrivendo codice di produzione reale, e soprattutto ci ricorda che anche nei prodotti più seri, enterprise-oriented, c’è spazio per l’immaginazione, per la “fuga” creativa (si tratta di applicazioni pratiche del motto sessantottino della fantasia al potere).

La prossima volta che apri Excel (anche se non nella versione 95), pensa a quel piccolo team che, fra macro, formule e debug che tutt’oggi ci fanno fondere il cervello, ha deciso di nascondere una “porta segreta”. Un piccolo gesto che rappresenta un enorme spiraglio sul mondo dell’ingegneria dove a volte la creatività vince sulle righe di codice.

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