Un sito trova ogni tua foto online in pochi secondi. Privacy a rischio? Ecco come funziona PimEyes e cosa puoi fare.
In un’epoca in cui la privacy online è sempre più fragile (anche più fragile di Arisa, e in questo caso siamo noi a doverla difendere – la privacy, non Arisa), un sito web sta provocando un’ondata di inquietudine globale. Si chiama PimEyes, è nell’occhio del ciclone già da tempo e ha la capacità – a detta di molti, “spaventosa” – di trovare ogni foto esistente del tuo volto pubblicata in rete. Basta caricare una singola immagine, e in pochi istanti il sistema scandaglia il web per restituire una galleria potenzialmente completa di dove il tuo viso è apparso, senza che tu ne fossi a conoscenza (o magari ne sei a conoscenza – comunque scandaglia tutto il web alla ricerca della tua faccia, o della faccia che gli chiedi di ricerca).
Definito da alcuni utenti “il sito più inquietante dell’internet” e da altri come “il sogno di ogni stalker”, PimEyes alimenta il dibattito sul confine sempre più labile tra innovazione tecnologica e violazione della sfera privata.
C’è chi lo considera uno strumento utile per difendersi da abusi (come sottolinea un utente online “Lo strumento è controverso, ma è uno dei migliori per scoprire chi ha usato il mio volto senza consenso. Poi invio richieste di rimozione”) ma c’è anche chi ne è profondamente inquietato.
Ma come funziona PimEyes?
Il sito in questione funziona tramite una sofisticata tecnologia di riconoscimento facciale. L’utente carica una propria foto e l’algoritmo confronta tratti somatici per identificare corrispondenze visive nel web. Sebbene i risultati non siano sempre precisi – occasionali falsi positivi non mancano – la velocità della ricerca è impressionante. In pochi secondi, il volto caricato viene confrontato con milioni di immagini online.
Il sito offre una versione gratuita con funzioni limitate (riuscirete a vedere se la faccia in questione è su qualche sito, sebbene non possiate sapere di quale url con precisione si tratta finché non pagate) oltre a piani in abbonamento che permettono di accedere a strumenti più avanzati, come filtri e notifiche. È anche disponibile all’interno del sito un’opzione di “opt-out” per richiedere la rimozione del proprio volto dal motore di ricerca – ma questa funzione, secondo diversi utenti, richiede tempo e non sempre garantisce risultati definitivi.
In merito alle accuse che vedono PimEyes come il sogno di ogni stalker, Giorgi Gobronidze, CEO del sito, ha dichiarato tempo addietro alla BBC che la piattaforma presenta meno rischi in termini di stalking rispetto ai social media, poiché si limita a cercare tra le immagini già pubblicamente accessibili: “Chi ne abusa ottiene solo informazioni presenti su internet aperto”.
PimEyes e l’alternativa che guadagna costantemente popolarità: FaceCheck.ID
Nonostante PimEyes domini il settore, esiste un’alternativa meno nota ma in rapida espansione: FaceCheck.ID. Anche questa piattaforma consente di caricare una foto per cercare corrispondenze facciali online.
Tuttavia, a differenza di PimEyes, FaceCheck.ID si propone come strumento specifico contro furti d’identità e truffe, offrendo funzionalità pensate per identificare profili falsi sui social e segnalare usi illeciti delle immagini.
Anche in questo caso, la versione gratuita offre poco o nulla. Gratuitamente c’è consentito vedere se la faccia che vogliamo ricercare – o quella di un sosia – è presente sul web, ma se vogliamo scoprire dove con precisione c’è una sola soluzione, come nel caso di PimEyes: pagare!