Il trucco del riso per salvare il telefono bagnato è una leggenda. Ecco cosa fare davvero (e cosa evitare) se il tuo dispositivo fa un tuffo.
Hai appena visto il tuo telefono tuffarsi nel lavandino (o nel gabinetto, ammetto che a me una volta è successo). Panico. Ma poi ricordi il consiglio che tutti danno, da tuo cugino (tuo cugino tuo cugino) smanettone alla vicina di casa: “Mettilo nel riso!”
Sorridi. Lo fai? Speriamo di no. Perché come dice il proverbio: “Il riso abbonda sulla bocca degli stolti”. Ma soprattutto nei loro sacchetti.
Il mito del riso per asciugare i device caduti in acqua
No, il riso non è una spugna magica. Non ha poteri salvifici e non è una cura miracolosa per l’elettronica annegata. Anzi, può peggiorare le cose: le sue polveri sottili possono infiltrarsi nei connettori o nei microfori degli speaker e compromettere il funzionamento del dispositivo. L’unica cosa che asciuga davvero è la pazienza.
E no, soffiare con foga nel connettore, magari con un phon o una pistola ad aria compressa, non aiuta. Può spingere ancora più in profondità umidità e sporcizia. In altre parole: è come cercare di spegnere un incendio con la benzina.
Il telefono t’è caduto in acqua? cosa fare davvero (spoiler: non include cereali)
Se vuoi avere anche solo una possibilità di salvare il tuo dispositivo, ecco cosa dovresti fare:
Scollegalo subito da ogni fonte di energia o altro dispositivo. Se è acceso, spegnilo. Se è in carica, stacca tutto.
Asciuga delicatamente l’esterno con un panno in microfibra. Non scuoterlo come se stessi cercando di risvegliarlo. Il liquido potrebbe penetrare ancora di più.
Evita qualsiasi fonte di calore diretta. Niente phon, niente termosifoni, niente sole. L’alta temperatura potrebbe danneggiare la batteria o deformare i componenti interni.
Lascialo in un luogo asciutto e ventilato. L’ideale è metterlo davanti a un ventilatore a bassa velocità per 24-48 ore.
E se non si riaccende? Non tutto è perduto. Nel caso di altri device (che non siano lo smartphone, parlando quindi per esempio di una chiavetta USB o di un hard disk esterno, che non sono più riconosciuti dal computer) ci sono software di recupero dati che potrebbero aiutarti. Tra i più noti:
Disk Drill – interfaccia semplice, supporta diversi formati, gratuito fino a 500 MB.
EaseUS Data Recovery Wizard – ottimo per file corrotti o non visibili, gratuito fino a 2 GB.
Funzionano? Se il danno non è fisico, qualche speranza c’è. Se invece l’acqua ha bruciato i circuiti, solo un tecnico specializzato potrà fare qualcosa.
Insomma, il riso è perfetto per una paella (in terra iberica, un risotto da noi al nord, un insalata di riso per la spiaggia al sud). Ma se il tuo smartphone ha fatto il bagno, metterlo in un sacchetto di Basmati non farà altro che far sentire meglio te, non lui.
Prova a ricordarlo, la prossima volta che senti dire “tranquillo, il riso assorbe tutto”. La scienza dice di no. E anche il buon senso. (Se per caso v’è capitato che il vostro device ha ripreso a funzionare dopo averlo immerso in un sacco di riso, ebbene, è accaduto semplicemente perché è passato del tempo – quello che conta è la succitata pazienza).