PlayStation Network, il down è finito: chi di voi ricorda il PSN Gate del 2011?

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By Erredivi

Il blackout dei server PlayStation è stato risolto (dopo oltre 24 ore di panico) ma una volta andò ben peggio: chi ricorda il PSN Gate?

Dopo oltre 24 ore di inattività, i server di PlayStation sono tornati operativi, ma l’episodio ha riacceso nei giocatori il ricordo del famigerato PSN Gate. Era il 21 aprile 2011 quando la rete PlayStation si spense improvvisamente e rimase offline fino al 16 maggio. Per 23 lunghi giorni, milioni di console si trasformarono in costosi soprammobili (o poco più, giacché all’epoca il digitale non era ancora così diffuso e in molti compravano videogiochi su supporti fisici).

Sony impiegò una settimana per ammettere il problema e, il 27 aprile, confermò una grave violazione della sicurezza: un “accesso non autorizzato” aveva compromesso dati personali e informazioni delle carte di credito degli utenti del PlayStation Store. Più di 77 milioni di account furono coinvolti e l’azienda dovette rispondere di fronte alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Reuters descrisse l’episodio come “il più grande furto di dati nella storia di Internet”: le perdite economiche ammontarono a 171 milioni di dollari e la Sony fu costretta a fare ammenda, oltre a lanciare un’importante iniziativa per risarcire gli utenti.

Chi non ricorda l’iniziativa ‘Welcome Back’ con cui Sony cercò di risarcire gli utenti, offrendo giochi gratuiti e abbonamenti?

All’epoca gli utenti PS3 poterono scegliere (in base alla propria nazione, in realtà, in alcuni casi alcuni giochi non furono offerti – anche per l’essere troppo violenti) tra:

  • Dead Nation
  • InFamous
  • Little Big Planet
  • Ratchet & Clank: Alla ricerca del tesoro
  • WipeOut HD + Fury

Per PSP, le opzioni includevano:

  • Little Big Planet
  • Killzone Liberation
  • ModNation Racers
  • Pursuit Force

Vennero anche offerti 30 giorni gratuiti di PSN Plus (60 per i già abbonati) e un mese di Sony Music Unlimited.

PSN Gate, chi c’era dietro l’attacco a PlayStation Network?

All’epoca, il collettivo Anonymous era all’apice della sua attività e si ritiene sia stato responsabile del blackout dei server. Il motivo dell’attacco? La decisione di Sony di rimuovere la funzione OtherOS da PlayStation 3, che consentiva l’installazione di sistemi operativi di terze parti. Questa mossa, pensata per combattere la pirateria, irritò gli hacker che decisero di evidenziare le falle nei sistemi di sicurezza della compagnia (un hacker, di nome George Holtz, pubblicò online le istruzioni per bypassare le protezioni di Sony).

Dal canto suo, Anonymous lanciò un attacco DDoS. Sebbene il collettivo si fosse successivamente ritirato, il danno era ormai fatto: i dati erano stati compromessi e altri gruppi di hacker continuarono a colpire i server nei giorni successivi. Sony dovette così fronteggiare ulteriori attacchi per settimane.

L’attuale blackout, sebbene risolto, ha paralizzato le console per oltre 24 ore: impossibile giocare online, scaricare contenuti o utilizzare servizi come Netflix. Le promozioni in corso e i nuovi lanci sono stati interrotti, proprio come avvenne nel 2011 con la beta di InFamous 2 e l’uscita di Portal 2, che non poté godere del suo cooperativo al lancio.

Stavolta, però, niente giochi gratis, ricchi premi e cotillon: gli utenti che hanno subito il down di PSN dell’8 febbraio 2025 potranno usufruire di 5 giorni gratis del servizio. Meglio che niente?

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